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28 agosto 2012

Maze: labirinto di bontà

Lo volete sapere? Lo volete proprio sapere?
sì, ci sono stata. ed è stato superbo.
stiamo parlando del Maze, uno dei trentordici ristoranti di Gordon Ramsay. quel biondo con la faccia da stronzo che però è tutto tranne che quello, perché è un genio.

un pranzo diverso dal solito in quel di Londra, dove catene come Pret a Manger, Burger King, KFC e chi più ne ha più ne metta, la fanno da padrone...
e vi dirò di più, non ho nemmeno dovuto piangere o propormi come lavapiatti quando è arrivato 'the bill'. per non parlare dell'accoglienza estremamente perfetta. forse anche troppo. personale di sala e cuochi, tra cui alcuni italiani, hanno saputo far del loro meglio per mettermi a mio agio in un luogo a primo impatto (ma anche al secondo) piuttosto sofisticato, ma soprattutto a farmi vivere il ristorante a 360 gradi.

un set lunch permette di provare 4 portate a soli 25£ tra svariati sapori di mare e terra sapientemente combinati da un affiatato staff guidato dallo chef Tristin Farmer.
ecco qualche scorcio della cucina...


la pasticceria



la postazione sushi
le portate principali







ma veniamo al cibo.
il viaggio degustativo è iniziato con una tartare di trota su zuppetta fredda di crescione, mousse allo yogurt e zest di limone


molto lento il brodetto che va assolutamente mangiato mischiandolo allo yogurt per bilanciare l'acidità, la trota ha una nota affumicata appena accennata decisamente piacevole.

si prosegue con ceviche di spigola (credo) marinata, crema di avocado e vinaigrette al frutto della passione


un piatto molto fresco e delicato, lo vedrei bene servito sotto ad un capanno di paglia su una spiaggia messicana!

arriva il momento delle carni ed ecco una terrina di anatra pressata, foie gras su letto di pesche, gelatine di vino bianco e mandorle


accompagnato da un panino 'personale'. interessante la mattonella che si viene a creare per niente stucchevole, la pesca sgrassa il tutto ed è un ingrediente molto frequente tra i piatti del Maze.

qui abbiamo coscette di quaglia confit su vellutata di mais tostato e finferli


difficile non innamorarsene. una carne succulenta e croccante in superficie, da spolpare fino all'ultimo morso! forse la portata migliore tra le quattro.

prima dei dolci -perchè non si possono non assaggiare- arriva un pre dessert, come da copione, in cui troviamo a strati mousse di fragola, albicocca e the al gelsomino, accompagnati da un crostino al pistacchio


molto soft, la mousse è in realtà una spuma leggerissima, giusta per predisporre lo stomaco al seguito...

monsieur le chocolat fa suo ingresso in questa 'black forest' ossia una indefinibile mousse (daje) questa volta più solida sovrastata da una tavoletta con lo stemma di casa! e una ciliegia ricoperta (di cioccolato appunto)


quella palletta di gelato mira a smorzare il tutto, ma l'impatto è notevole!

si conclude poi con un po' più di leggerezza e vitamine con queste pesche marinate al timo limone su carpaccio di lamponi con gelato ai lamponi e ai pinoli (ho sentito il richiamo di casa)


la mia solita parvenza di salubrità ogni tanto esce fuori, ma senza esagerare!

Non ho trovato note stonate, ogni cosa era come doveva essere, come chiunque la immaginerebbe: al posto giusto. anche un soft jazz in sottofondo che, come dico sempre, dà quel quid in più.
Ci tengo a ringraziare i ragazzi che con la loro gentilezza hanno permesso il piccolo tour in cucina e si sono interessati al blog! Un'esperienza magnifica e da rifare appena tornerò nella mia hometown spirituale.



a tutti voi, invece, dedico questo pezzo degli Smiths reinterpretato dalle mitiche Puppini Sisters...

alla prossima.

2 commenti: