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14 dicembre 2012

I'll be home for Christmas


tornerò e cucinerò. che cosa ancora non lo so e dovrei anche sbrigarmi a pensarci perché mancano soltanto dieci giorni!
dura un giorno soltanto, ma sarà un bel giorno. quest'anno che sembrava dover essere il peggior Natale, forse non sarà poi così male. dopo tanto tempo sento di nuovo quel tintinnìo che ti sveglia la mattina e che ti fa addormentare pensando a come incartare i regali, di che colore apparecchiare la tavola e quanto sia bello stare tutti insieme.
è vero, per certi aspetti è un giorno come un altro, si potrebbe essere uniti intorno ad un tavolo ogni 5 del mese, oppure scegliere ferragosto come ricorrenza (sia chiaro a ferragosto il pandoro non è ammissibile, al massimo insalata di riso per tutti), ma quando nell'aria riuscite a sentire quella magia che solitamente se ne va una volta smesso di essere bambini, ecco quello è il segreto.
poi ognuno ha le sue esigenze certo: c'è chi lo aspetta per mangiare lo stinco al forno, chi lo attende per quel bellissimo collier in vetrina che sicuramente sarà dentro alla scatolina viola sotto l'albero, chi non vede l'ora di svegliarsi e correre in salotto per trovare le impronte delle renne sul pavimento...
io ultimamente non lo attendevo con ansia, anzi non lo attendevo proprio. tutti quei preparativi, i regali che non sai mai quando e come e cosa comprare, che ansia ma chi te lo fa fare?!
invece quest'anno ho anche io un'esigenza: la famiglia.
in attesa di averne una tutta creata da me con nani urlanti per casa, cognate che litigano per chi deve infornare il pennuto di turno, madri che fanno a gara a chi ha portato il centrotavola più grosso e padri che fumano sul balcone finchè non arriva lo zio ritardatario dal Guatemala, ho voluto riunire tutti quelli di cui mi importa davvero, per vedere un sorriso su ogni loro faccia almeno per quel giorno. e magari anche un sorriso sulla mia.
dura un giorno soltanto, ma sarà un bel giorno specialmente perché avere mamma e papà seduti allo stesso tavolo potrà permettermi di dire, dopo tanti anni, che avrò passato Natale con la mia famiglia.
buon Natale a tutti voi.

30 ottobre 2012

Battuta d'arresto

ne avrei di cose lì pronte per essere scritte, ma non credo di volerlo più fare.
forse non definitivamente ecco -ogni tanto cerco di non essere drastica- ma c'è bisogno di trovare qualche novità e soprattutto qualche nuova motivazione.
mi sembra di dire sempre le stesse cose e ho più voglia di scrivere di altro, ma è probabilmente un momento di sbandamento generale in cui non trovo molto significato nelle cose che faccio. non mi danno più soddisfazione.
con questo, quindi, ringrazio i pochi o tanti lettori ribadendo che non so per quanto DoppiMenti rimarrà in standby: potrebbe essere una settimana come un anno.

per il momento...



25 ottobre 2012

Click!


I turisti a Parma.
Ma cos’avranno tanto da fotografare? Un sacco di inglesi, qualche giapponese, ma soprattutto italiani in gita. Che non si capisce cosa si aspettino…
Ogni volta che ne incontro uno io sotto casa mi chiede ‘scusa dov’è il centro?’
E io abito dietro al Duomo.
Spero almeno che vengano per mangiare perché per quello allora sì, saprei cosa indicare.
Specialmente se si trovano nei pressi del suddetto, c’è un posticino che farebbe al caso loro, vostro, di tutti.
Proprio ad un angolo della piazza di Battistero e Duomo -che ora ha qualche impalcatura, ma vale la pena vederne l’interno- trovate Angiol D'Or.
Ambiente minimale e fine, aperto a pranzo e cena, combina i prodotti di cui può vantarsi il territorio parmense con un tocco di creatività che non guasta.

Tra gli antipasti è sempre bello trovare la tartare di Fassona piemontese, servita in modo semplice, ma forse un po’ troppo ‘triturata’.


In carta era prevista una coscia d’anatra arrostita, ma viene sostituita con il petto, per i miei gusti un po’ troppo cotto.


Il dolce, la celebre Duchessa di Parma (e qui mi ricollego a V M L) tipica torta qui servita in monoporzione, davvero ottimo: si compone di due dischi di frolla alla nocciola, intervallati da ganache al cioccolato e zabaione, il tutto sovrastato da zucchero a velo, ciliegina candita e granella di nocciola intorno.


È stata anche la sera in cui ho assaggiato il Nabucco, vino ottenuto da uve di Barbera e Merlot prodotto proprio sulle colline qui dietro (Ozzano Taro), gradazione piuttosto importante, ho apprezzato molto.
Adeguati anche i prezzi, forse leggermente lento il servizio non essendo piena la sala, ma voglio sempre pensare di essere capitata male io.
Nel complesso forse non un’eccellenza, ma piacevole e adatto ad una cena o un pranzo non impegnativo.

A presto…



18 ottobre 2012

Gusto Nobile


Vuoi tu prendere questo risotto come tuo legittimo piatto per amarlo e onorarlo nel bene e nel male, in inverno e in estate, caldo o freddo, con formaggi o funghi, tutti i giorni della tua vita finchè morte non vi separi?
Sì, lo voglio. Correva l’anno 1958.


Entrando, l’idea di una marcia nuziale in sottofondo potrebbe sfiorarvi e infatti credo proprio che Villa Maria Luigia a Collecchio (PR) sia luogo di numerosi banchetti matrimoniali: un cancello ai piedi di un colle ed una maestosa salita tra palmette, ghiaia e luci soffuse, vi faranno percorrere qualche attimo di esaltazione. Vi faranno anche pensare al portafoglio tanto che quasi quasi tornereste indietro e invece…

Presenza fissa all’interno della guida Michelin e Gambero Rosso, la famiglia Ceci porta avanti sapientemente da moltissimi anni la capacità di creare un perfetto mix di sapori tradizionali e contemporanei, in un contesto elegante, ma confortevole.
Un tempo residenza di caccia della duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla -nonché moglie di Napoleone- è inoltre socio dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo e qui mi ricollego alla promessa di matrimonio iniziale, ma capirete meglio tutto tra poco.

Oltre all’insigne contesto e all’estrema professionalità del personale (solo il proprietario a servire ai tavoli essendo in pochi), la qualità del cibo è davvero da elogiare.
Si inizia con una piccola entrée: terrina di faraona. Non tanto nell’aspetto, quanto nel gusto ricorda molto la cima genovese, per niente pesante è un piacevole inizio.


Tra gli antipasti mi colpisce questa battuta a coltello di capriolo,
zuppetta di asparagi e uovo in camicia rivelatosi davvero notevole.


La carne è appena scottata e quindi mantiene l’interno crudo, l’uovo da rompere e gustare mescolato alla zuppetta molto lenta, delicatissima.

Arriviamo al primo, il piatto del Buon Ricordo: Risotto vialone nano con quaglia farcita


Eccellente cremosità insaporita dal fondo di cottura della quaglia ripiena di salsiccia e fegatini. Un piatto nobile, una delizia.

Diversi i secondi interessanti, ma opto per tagliata di capocollo di maiale nero, caramello di miele e birra di lambrusco accompagnato da indivia brasata.


Un giusto accostamento dolce-amaro, per mio gusto personale il miele era un po’ invasivo, la cottura perfetta.

Arrivando ai dolci una vera esplosione di gusto a completare la soddisfazione in corso, con questi bignè caramellati ripieni di crema al caffè con gelato allo zabaione


Rompendo il bignè la crema calda si unisce al gelato sciogliendolo in parte e formando una crema deliziosa.

Ottima la cena e ottimo il vino in accompagnamento, un Pantera del 2004 che assaggiavo per la prima volta: barbera, bonarda e pinot nero. Molto corposo e versatile.

Decisamente consigliato, decisamente ci tornerei, però accendete il riscaldamento!
(molto azzeccata anche la scelta musicale...)

14 ottobre 2012

è di nuovo domenica

e io la odio.


odio la voce della gente nelle scale a quest’ora del mattino che voglio dire non ce l’avete una casa in cui parlare? Dovete stare per forza lì a metà? Non ci andate a messa come i bravi cristiani? E basta con questi citofoni!
odio anche questa inutile foschia che tutto ti mette tranne la voglia di uscire.
odio fingere che vada tutto bene.
odio i sorrisi autoconvinti.
odio le situazioni sospese.
odio le mezze frasi, oddio se le odio.
odio la psicologia inversa perché sembra tanto ma poi è una cagata.
odio i piedi freddi e la penombra nella stanza che ti mette un gran sonno anche se ti sei appena svegliato dopo aver dormito 12 ore.
odio i sogni che condizionano le giornate specialmente quando tentano di ucciderti.
odio quando sta per finire l'olio quando puntualmente ne serve molto di più.
odio il biondo.
odio il menefreghismo.
odio non saper cosa dire.
odio tutti quelli che non leggono questo blog.
odio non sentirmi mai nel posto giusto.
odio non avere voglia di cucinare.
odio l'idea di non potermi godere la solitudine per più di 6 ore ancora.

è di nuovo domenica. e io la odio.



12 ottobre 2012

Non c'è sempre bisogno di un titolo.


Vi è avanzata quella fettina di pollo ancora da cuocere e non sapete cosa farne?
Di buttarlo non se ne parla perché ci sono i bambini che muoiono di fame.
Con questa rapida ricettina anche un po’ finger food potrete anche permettervi di invitare qualcuno a cena e sfoggiare un simpatico aperitivo.

Oltre allo starnazzante vi servirà anche
-prosciutto crudo DI PARMA (ma va? non siete obbligati)
-rosmarino
-olio evo
-un forno funzionante

La procedura è molto semplice -come sempre a quanto dico- perciò non dovete far altro che tagliare il vostro pollo a striscioline non troppo sottili e non troppo lunghe, diciamo la misura di un pollice (a meno che non siate Gianni Morandi), avvolgere ognuna in mezza fetta di prosciutto, spargerle su teglia con l’olio e spolverare con il rosmarino.
Lanciate in forno a 200° per 15/20 minuti. Dopodiché li asciugate un po’ dall’olio e servite appena tiepidi. Saranno croccanti fuori e morbidi dentro.


Come lui, che era un bel po’ che non lo ascoltavo…