Vuoi
tu prendere questo risotto come tuo legittimo piatto per amarlo e onorarlo nel
bene e nel male, in inverno e in estate, caldo o freddo, con formaggi o funghi,
tutti i giorni della tua vita finchè morte non vi separi?
Sì,
lo voglio. Correva l’anno 1958.
Entrando, l’idea di una marcia nuziale in sottofondo potrebbe sfiorarvi e infatti credo proprio che Villa Maria Luigia a Collecchio (PR) sia luogo di numerosi banchetti matrimoniali: un cancello ai piedi di un colle ed una maestosa salita tra palmette, ghiaia e luci soffuse, vi faranno percorrere qualche attimo di esaltazione. Vi faranno anche pensare al portafoglio tanto che quasi quasi tornereste indietro e invece…
Presenza
fissa all’interno della guida Michelin e Gambero Rosso, la famiglia Ceci porta
avanti sapientemente da moltissimi anni la capacità di creare un perfetto mix
di sapori tradizionali e contemporanei, in un contesto elegante, ma
confortevole.
Un
tempo residenza di caccia della duchessa di Parma, Piacenza e Guastalla -nonché
moglie di Napoleone- è inoltre socio dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo e
qui mi ricollego alla promessa di matrimonio iniziale, ma capirete meglio tutto
tra poco.
Oltre
all’insigne contesto e all’estrema professionalità del personale (solo il
proprietario a servire ai tavoli essendo in pochi), la qualità del cibo è
davvero da elogiare.
Si
inizia con una piccola entrée: terrina di
faraona. Non tanto nell’aspetto, quanto nel gusto ricorda molto la cima
genovese, per niente pesante è un piacevole inizio.
Tra
gli antipasti mi colpisce questa battuta a coltello di capriolo,
zuppetta di asparagi e uovo in camicia rivelatosi davvero notevole.
La carne è appena
scottata e quindi mantiene l’interno crudo, l’uovo da rompere e gustare
mescolato alla zuppetta molto lenta, delicatissima.
Arriviamo al primo, il
piatto del Buon Ricordo: Risotto vialone
nano con quaglia farcita
Eccellente cremosità insaporita
dal fondo di cottura della quaglia ripiena di salsiccia e fegatini. Un piatto
nobile, una delizia.
Diversi i secondi
interessanti, ma opto per tagliata di
capocollo di maiale nero, caramello di miele e birra di lambrusco
accompagnato da indivia brasata.
Un giusto accostamento
dolce-amaro, per mio gusto personale il miele era un po’ invasivo, la cottura
perfetta.
Arrivando ai dolci una
vera esplosione di gusto a completare la soddisfazione in corso, con questi bignè caramellati ripieni di crema al caffè
con gelato allo zabaione
Rompendo il bignè la
crema calda si unisce al gelato sciogliendolo in parte e formando una crema
deliziosa.
Ottima la cena e ottimo
il vino in accompagnamento, un Pantera del 2004 che assaggiavo per la prima
volta: barbera, bonarda e pinot nero. Molto corposo e versatile.
Decisamente consigliato,
decisamente ci tornerei, però accendete il riscaldamento!
(molto azzeccata anche la scelta musicale...)
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