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5 settembre 2012

Se non vedo non credo


Ma torniamo un attimo a Senigallia.
È molto difficile a questo punto. Difficile scriverne, difficile descrivere, difficile capire.
Una cosa è certa, però: non è vero che le cose semplici sono sempre le migliori.

Siamo sul lungomare di Senigallia, più precisamente località Marzocca e tra qualche granello di sabbia, il vento che scompiglia i capelli e la luna che si fa sempre più vivida, ecco che compare la Madonnina del Pescatore. Ristorante in classifica tra i 100 migliori europei e tra i 10 ristoranti di pesce migliori in Europa nel 2011, 2 stelle Michelin. http://www.morenocedroni.it/madonnina/main.php

         Chef patron è Moreno Cedroni, genio creativo in cucina, ma ancor prima uomo di grande umiltà e cordialità.
‘Questo posto è il frutto di 28 anni di lavoro’ dice a fine cena quando si trattiene gentilmente con me al tavolo per qualche minuto ‘ho iniziato facendo pizza e tortellini panna e funghi’ continua Moreno ‘poi ho iniziato a sperimentare e ad inserire sempre nuove proposte fino ad arrivare a tutto questo’.
E ‘tutto questo’ credo sarebbe il sogno di ogni chef. Uno dei migliori in Italia, apprezzato oltremodo anche all’estero, membro dei Jeunes Restaurateurs d’Europe, Cedroni è riuscito a dare quel tocco di follia (passatemi il termine) ai suoi piatti -per lo più di pesce- che un po’ spiazza e un po’ incuriosisce.
A tal proposito asserisco che dal basso della mia inesperienza non ritengo che recarmi una sola volta alla Madonnina del Pescatore sia stata sufficiente per comprendere appieno l’estro.
Quel che mi è chiaro è sicuramente l’approccio ad ogni tipo di portata: non esistono più gli antipasti, i primi, i dolci…ma ogni piatto viene trattato allo stesso modo.
La giusta combinazione di consistenze, l’equilibrio tra la ‘cornice’ e l’elemento che invece risalta, i perfetti cromatismi e la mescolanza di materie prime talvolta impensabili, creano un gioco di faticoso intendimento e al contempo straordinaria attrazione.



Non elencherò tutto ciò che ha toccato il mio tavolo ed il mio palato, ma ciò che reputo degno di una particolare attenzione (anche se fare una scelta a riguardo non è poi così scontato).

Come entrée arriva questo ‘Americano solido’


ossia una gelatina al campari e vermouth con una spuma di soda,
ad accompagnare questo tris di fingerfood a base di alici


da sinistra abbiamo un ‘gommoso’ (molto ricorrente nella cucina di Cedroni) ricoperto da una sottile panatura, una crema molto densa (e molto strana) probabilmente dovuta al mascarpone con uovo di lompo e una nuvoletta fritta con all’interno una quenelle.
Wow.
E già si capisce che la cena non sarà una passeggiata .

Tra i diversi antipasti provati ho decretato vincitore –ma poi forse vincitore della cena intera- questa RICCIOLA, salsa di porro e lemon grass, viola del pensiero, gommoso di basilico ed amaranto fritto


qualcosa di fenomenale, non saprei spiegare quale armonia mi sia esplosa in bocca.

A seguire tra i secondi ecco gli SCAMPI con polenta quindici anni dopo, salsa di cavolo nero e salsiccia


per quanto non abbia percepito troppo la salsiccia il resto del piatto era veramente interessante. Poi vabè io sono malata di crostacei quindi…

Arriviamo dunque al dessert : SEDANO RAPA croccante con gianduia e mozzarella, spuma di nutella e zenzero, gelato al pepe di szechuan 
& thè marco polo


il the eccellente. Il dolce veramente complicato. Non sono rimasta perplessa sulla bontà o l’esecuzione, ma..cioè, le sfoglie di sedano rapa! ma è solo questione di ‘abitudine’.
Mi sono permessa di dirlo allo chef, non come una critica –appunto- ma come mio limite di comprensione. E così sono stata compresa io.

Lo stesso vale per i cioccolatini post-dessert che vengono serviti su questo mini planisfero


posizionati a seconda della provenienza degli ingredienti utilizzati per ogni singolo, sui vulcani attivi dei vari continenti: abbiamo il Giappone con alga, the e wasabi, il Messico con fagioli e peperoncino, l’Italia con pomodoro e basilico, l’africa con banana tapioca e curry e Grecia con MASTICE e olive nere. Ragazzi il mastice no, quello no. M’è parso di mangiare la dentiera di mia nonna.

Non è certamente un posto che vi consiglio se volete risparmiare, non ve lo consiglio nemmeno se volete passare una serata senza pensieri, ma lo propongo a tutti coloro che abbiano voglia di fare un vero e proprio viaggio esotico (e con questo termine intendo dire originale, sebbene ci siano tanti ingredienti ‘forestieri’) all’interno di una cucina  concettuale che vi lascerà confusi, sbalorditi e anche per questo vi conquisterà.


Madonnina del pescatore
Via Lungomare Italia, 11 - 60019 Senigallia (An)

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